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La Battaglia di Isso
Naples National Archaeological Museum, Public domain, via Wikimedia Commons

Il Mosaico di Alessandro, rinvenuto nella Casa del Fauno a Pompei, è un'opera d'arte straordinaria che ci offre uno sguardo sulla maestria artistica e sulla storia del mondo antico. Questo mosaico pavimentale, risalente al 120 a.C. circa, raffigura la battaglia tra Alessandro Magno e Dario III di Persia, un momento cruciale nella storia dell'antica Grecia e dell'impero persiano. L'opera, di dimensioni monumentali (quasi 20 metri quadrati), è composta da milioni di tessere in pietra, con una gamma di colori che va dal bianco al giallo, rosso, bruno, nero e grigio nelle loro numerose sfumature.

Tecnica e Realizzazione:

Per realizzare questo capolavoro, gli artigiani greci hanno impiegato l'opus vermiculatum, una tecnica che utilizza tessere minuscole (tra 15 e 30 per centimetro quadrato) disposte con un andamento curvilineo, simile a quello di un verme. Questa tecnica, che permette di ottenere sfumature delicate e dettagli precisi, conferisce al mosaico un aspetto quasi pittorico.

Si ritiene che il mosaico sia una copia di un dipinto greco del IV secolo a.C., forse opera di Filosseno di Eretria. L'originale, probabilmente realizzato poco dopo gli eventi della battaglia, avrebbe catturato la memoria ancora vivida dello scontro tra Alessandro e Dario.

La scena rappresentata nel mosaico potrebbe essere la battaglia di Gaugamela del 331 a.C., nella quale Alessandro perse il suo elmo durante l'attacco e Dario riuscì a fuggire. Oppure, potrebbe raffigurare la battaglia di Isso del 333 a.C., detta anche "dell'albero secco", visibile sullo sfondo della scena. È anche possibile che il mosaico sintetizzi diversi momenti salienti della campagna macedone contro i Persiani, offrendo una narrazione visiva della lotta tra i due popoli e del suo esito.

La Scoperta e il Trasferimento:

Il mosaico fu scoperto nel 1831, un evento sensazionale che spinse il re a ordinare la sua salvaguardia. Seguì un acceso dibattito sulla sua destinazione: doveva rimanere in situ o essere trasferito al Real Museo Borbonico? Dopo un decennio di discussioni e un'operazione complessa guidata da Antonio Niccolini, il mosaico fu finalmente trasportato a Napoli nel 1843. Il viaggio, su un carro trainato da 16 buoi, durò nove giorni a causa del peso del mosaico e delle cattive condizioni delle strade.

Nel 1900, il direttore del museo Vittorio Spinazzola decise di trasferire tutti i mosaici, incluso quello di Alessandro, in un'unica collezione. Questa operazione richiese un complesso sistema di carrucole e catene per sollevare e spostare l'enorme mosaico, che fu infine collocato a parete nella posizione in cui si può ammirare ancora oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Un Tesoro Inestimabile:

Il Mosaico di Alessandro è molto più di una semplice decorazione pavimentale. È una testimonianza della maestria degli artisti antichi, un documento storico che ci racconta di eventi cruciali del passato, e un'opera d'arte di straordinaria bellezza che continua ad affascinare e ispirare ancora oggi.

Guarda i video realizzati dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli sulla Casa del Fauno e sul mosaico di Alessandro

Parte 1

Parte 2

Parte 3

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