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Pompei offre una testimonianza straordinaria della vita e della cultura dell'epoca. Tra i luoghi di svago e di cultura, i teatri occupavano un posto di rilievo nella società pompeiana.

La città ospitava due teatri principali: il Teatro Grande e il Teatro Piccolo, detto anche Odeion. Entrambi gli edifici erano costruiti in muratura e si ispiravano ai modelli del teatro greco.

Il Teatro Grande, eretto nel II secolo a.C., era il più antico edificio teatrale in muratura di Pompei. La cavea, che accoglieva le gradinate dove sedevano gli spettatori, era poggiata direttamente sul declivio naturale del terreno, come nei teatri greci.

  • L'accesso del pubblico avveniva attraverso due passaggi coperti, detti parodoi, posti alle due estremità dell'emiciclo.
  • Gli spettatori confluivano nell'orchestra, lo spazio ai piedi della cavea, che nel Teatro Grande era a forma di ferro di cavallo, come nei teatri greci.
  • Le prime file (ima cavea) erano riservate alle autorità, mentre le file di sedili più basse della parte centrale (media cavea) erano probabilmente destinate a personalità eminenti della città e forse ai rappresentanti delle corporazioni artigiane.
  • Al centro della fila più bassa di sedili, un'iscrizione di bronzo ricorda il posto riservato a Marco Olconio Rufo, facoltoso cittadino di Pompei, che aveva contribuito a restaurare ed ampliare il teatro in età augustea.

Il Teatro Piccolo, costruito intorno al 75 a.C., era destinato principalmente a spettacoli musicali e a recitationi poetiche. Aveva una cavea più piccola e una copertura in legno che garantiva una migliore acustica. L'intonaco delle murature esterne conserva moltissimi graffiti degli spettatori, a volte provenienti anche da regioni molto lontane.

Gli spettacoli teatrali a Pompei

Il teatro era una delle forme di intrattenimento più amate dai Romani. A Pompei, gli spettacoli teatrali si tenevano in diverse occasioni, come le festività religiose, le celebrazioni politiche o i giochi pubblici.

I generi teatrali più rappresentati erano:

  • La tragedia: ispirata al modello greco, trattava temi mitologici e storici con toni solenni e drammatici.
  • La commedia: di origine greca, ma adattata al gusto romano, metteva in scena situazioni comiche e satiriche tratte dalla vita quotidiana.
  • La fabula atellana: una farsa popolare di origine osca, caratterizzata da personaggi fissi e maschere, con linguaggio e situazioni realistiche, spesso al limite dell'oscenità.
  • Il mimo: uno spettacolo farsesco che combinava recitazione, canto, danza e gesticolazioni buffe.
  • Il pantomimo: una forma di spettacolo basata esclusivamente sulla mimica, senza l'uso della parola.

Gli attori, spesso professionisti itineranti, erano considerati figure di basso rango sociale, nonostante la loro popolarità. Indossavano costumi elaborati e maschere per interpretare i diversi personaggi.

Il coro era presente nelle tragedie, dove cantava e danzava nell'orchestra accompagnando la recitazione degli attori.

La musica era un elemento fondamentale degli spettacoli teatrali. I flauti (tibiae) accompagnavano le rappresentazioni, e venivano utilizzati anche altri strumenti musicali.

Le spese per gli spettacoli erano sostenute dagli edili, i magistrati responsabili dei giochi pubblici. L'ingresso era gratuito per i cittadini.

I teatri di Pompei, oltre a essere luoghi di spettacolo, erano anche spazi di incontro e di socializzazione. Graffiti e iscrizioni sulle pareti degli edifici testimoniano la vivace partecipazione del pubblico agli eventi teatrali.

Bibliografia essenziale:

M. Bieber, The History of Greek and Roman Theater, 1961
A. Maiuri, Saggi nella cavea del teatro grande, in Notizie degli Scavi di Antichità 1951, pp. 126 ss.
A. Neppi Modona, Gli edifici teatrali greci e romani. Teatri, odei, anfiteatri, circhi, 1961

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