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I combattimenti dei gladiatori, noti come munera gladiatoria, erano uno degli spettacoli più popolari nel mondo romano, e Pompei non faceva eccezione. La città si dotò di un anfiteatro in muratura già intorno all'80 a.C., uno dei più antichi del suo genere, addirittura precedente al primo anfiteatro in muratura di Roma.

L'anfiteatro di Pompei, chiamato Spectacula dagli abitanti della città, fu costruito con il contributo finanziario dei magistrati C. Quinctius Valgus e Marcus Porcius. La struttura originale era realizzata in opera incerta e opera quasi reticolata, tecniche edilizie che utilizzavano pietre di piccole dimensioni disposte in modo irregolare. Dopo il terremoto del 62 d.C., le volte dei corridoi anulari furono danneggiate e successivamente restaurate con arcate in laterizio.

L'anfiteatro era a pianta ellittica e comprendeva:

  • L'arena: lo spazio centrale destinato ai combattimenti.
  • La cavea: le gradinate che circondavano l'arena, dove si sedevano gli spettatori.

L'accesso all'anfiteatro era gratuito per i cittadini di Pompei, ai quali venivano distribuite speciali tessere d'ingresso. I posti migliori, nella parte inferiore della cavea, erano riservati alle autorità e ai personaggi più importanti della città. Per proteggere gli spettatori dal sole, l'anfiteatro era dotato di un velarium, una copertura mobile in tela di lino sostenuta da pennoni e manovrata con corde. La presenza del velarium era spesso pubblicizzata negli annunci degli spettacoli.

I gladiatori, che combattevano nell'arena tra il tifo della folla, provenivano da diverse categorie:

  • Prigionieri di guerra.
  • Schiavi.
  • Criminali condannati a morte.

Essi erano organizzati in scuole speciali chiamate Ludi e vivevano in caserme-prigioni dove si addestravano duramente. Le scuole gladiatorie erano diffuse in tutto il mondo romano, ma quelle della Campania erano particolarmente famose.

La sorte dei gladiatori era spesso crudele. Il pubblico, con il gesto del pollice verso, decideva se il gladiatore sconfitto dovesse essere ucciso o risparmiato. Il coinvolgimento del pubblico era altissimo e non erano rari gli scontri violenti tra i tifosi.

Un episodio di questo tipo, avvenuto a Pompei nel 59 d.C., coinvolse i tifosi pompeiani e quelli della vicina città di Nuceria, causando un vero e proprio eccidio. L'episodio, raccontato dallo storico Tacito, è anche raffigurato in un dipinto conservato al Museo Archeologico di Napoli.

Oltre ai combattimenti tra gladiatori, nell'anfiteatro si svolgevano anche le venationes, spettacoli di caccia che vedevano uomini affrontare belve feroci come leoni, tigri e orsi. A volte gli animali venivano fatti combattere tra loro o addestrati per esibirsi in numeri divertenti. Per rendere gli spettacoli più realistici, venivano create complesse scenografie che imitavano i paesaggi esotici.

I giochi gladiatori, nonostante la loro popolarità, furono oggetto di critiche per la loro crudeltà. Nel 404 d.C., grazie anche alle proteste di figure come il filosofo Seneca, i combattimenti gladiatorii furono finalmente banditi.

I disegni di gladiatori realizzati da bambini, scoperti in una casa di Pompei, testimoniano come anche i più piccoli fossero esposti alla violenza degli spettacoli gladiatorii.

La storia dei gladiatori e dell'anfiteatro a Pompei ci offre uno spaccato affascinante e al tempo stesso inquietante sulla società romana. Ci mostra come la violenza e lo spettacolo fossero intrinsecamente legati nella cultura dell'epoca, e come anche i bambini non fossero immuni da questa influenza.

FAQ sui Giochi dei Gladiatori a Pompei

Dove si svolgevano i giochi dei gladiatori a Pompei?

I giochi dei gladiatori a Pompei si svolgevano nell'anfiteatro, una struttura in muratura costruita intorno all'80 a.C. L'anfiteatro di Pompei è uno dei più antichi del suo genere, precedente al primo anfiteatro in muratura di Roma, costruito nel 29 a.C.. Era situato alla periferia sud-orientale della città, vicino alle mura.

I giochi dei gladiatori erano gratuiti?

Sì, l'accesso all'anfiteatro era gratuito per i cittadini di Pompei. Venivano distribuite speciali tessere d'ingresso.

Chi erano i gladiatori?

I gladiatori erano per lo più prigionieri di guerra, schiavi o criminali condannati a morte. Erano addestrati in scuole speciali chiamate Ludi e vivevano in caserme-prigioni sotto una rigida disciplina. Alcuni uomini liberi, attratti dalla fama o dalla sfida, sceglievano di diventare gladiatori.

Cosa succedeva durante i giochi dei gladiatori?

I giochi dei gladiatori, o munera gladiatoria, erano combattimenti cruenti tra due o più gladiatori armati con diverse armi. Il pubblico decideva la sorte del gladiatore sconfitto. Se il gladiatore si era battuto con valore, il pubblico poteva chiedere la grazia alzando dei fazzoletti. In caso contrario, il pubblico indicava al vincitore di uccidere il perdente con il gesto del pollice verso.

C'erano altri tipi di spettacoli nell'anfiteatro?

Oltre ai combattimenti tra gladiatori, nell'anfiteatro si svolgevano anche le venationes, spettacoli di caccia in cui uomini affrontavano animali selvatici come leoni, tigri e orsi. A volte gli animali venivano fatti combattere tra loro o addestrati per eseguire numeri divertenti.

I bambini potevano assistere ai giochi dei gladiatori?

Le fonti non vietano esplicitamente la partecipazione dei bambini ai giochi. I disegni di gladiatori e bestie feroci trovati su muri di una casa a Pompei suggeriscono che i bambini erano esposti alla violenza di questi spettacoli. Secondo gli autori di un articolo sull'E-Journal degli Scavi di Pompei, l'esposizione dei bambini a forme estreme di violenza, comprese le esecuzioni, era una pratica comune nell'antica Roma e probabilmente influiva sul loro sviluppo psicologico.

Quando sono stati aboliti i giochi dei gladiatori?

I giochi dei gladiatori furono aboliti nel 404 d.C., grazie in parte alle critiche di figure come il filosofo Seneca.

Ci sono prove che i gladiatori si allenassero a Pompei?

Sì, a Pompei c'era una struttura identificata come una caserma dei gladiatori. L'edificio, situato nella Regio V, presentava un grande peristilio con 24 colonne e al suo interno sono state rinvenute 120 iscrizioni a tema gladiatorio. La struttura è stata successivamente trasformata in abitazione privata dopo il terremoto del 62 d.C., probabilmente a causa della decisione del Senato di Roma di sciogliere le associazioni gladiatorie in seguito alla rissa tra Pompeiani e Nocerini nell'anfiteatro.

Bibliografia essenziale:

M.Della Corte, I nuovi scavi e l'Anfiteatro, Pompei 1930
M. Girosi, L'Anfiteatro di Pompei, in Memorie dell'Accademia di Archeologia, Lettere, Belle Arti di Napoli, V, 1936, pp. 29 
P. Sabbatini - Tumolesi, Gladiatorum Paria, Roma 1980

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