Pompei offre uno spaccato unico sull'architettura e le tecniche di costruzione del mondo romano. Grazie ai suoi edifici mirabilmente conservati, gli archeologi hanno potuto ricostruire l'evoluzione delle tecniche edilizie utilizzate nel corso dei secoli, dal periodo pre-sannita fino all'epoca romana.

I Materiali da Costruzione

I primi abitanti di Pompei, in epoca pre-sannita (550-425 a.C. circa), utilizzarono materiali reperibili in loco come la cruma di lava, di colore rossiccio e di aspetto poroso, e il pappamonte, un tufo granulare nero di origine vulcanica. Il pappamonte, in particolare, fu impiegato per la costruzione delle prime mura di cinta della città.

Con l'arrivo dei Sanniti, a partire dal IV secolo a.C., si introdusse l'uso del calcare proveniente dalla valle del Sarno, un materiale più resistente rispetto al pappamonte. I blocchi di calcare, accuratamente squadrati, venivano disposti in filari regolari secondo la tecnica dell'opera quadrata .

L'Innovazione dell'Opera Cementizia

Intorno al III secolo a.C., a Pompei si diffuse l'uso dell'opera cementizia (opus caementicium), una tecnica innovativa che rivoluzionò l'edilizia romana. L'opera cementizia consisteva in un impasto di calce e sabbia vulcanica (pozzolana), che fungeva da legante per frammenti di pietra di varie dimensioni chiamati caementa. Questa tecnica, decantata da Vitruvio per la sua resistenza, permise la costruzione di strutture più solide e complesse, come volte e archi.

Dall'Opera Incerta al Reticolo Perfetto

Un'altra tecnica costruttiva ampiamente utilizzata a Pompei fu l'opera incerta (opus incertum), caratterizzata da un paramento di pietre irregolari. A partire dal I secolo a.C., questa tecnica si evolse nell'opera quasi reticolata (opus quasi reticulatum), in cui i frammenti di pietra assumevano una forma più regolare, tendendo a creare un disegno a reticolo.

Con l'arrivo dei Romani, nell'80 a.C., si diffuse l'uso dell'opera reticolata (opus reticulatum), che rappresentava il perfezionamento dell'opera quasi reticolata. In questa tecnica, i blocchetti di tufo, tagliati a forma di piramide, venivano disposti in modo da creare un reticolo perfetto. L'opera reticolata, particolarmente costosa, era utilizzata soprattutto negli edifici di prestigio.

L'Introduzione dei Laterizi

A partire dall'età augustea (27 a.C.), a Pompei si diffuse l'uso dei laterizi (opus latericium) come paramento per i muri. I laterizi, di forma quadrangolare o triangolare, erano utilizzati per rinforzare gli angoli degli edifici, per costruire pilastri e colonne, e per realizzare volte e archi. La diffusione dei laterizi fu favorita dalla presenza di argilla e sabbia vulcanica nei dintorni di Pompei.

L'Opera Mista: Un Connubio di Tecniche

L'opera mista (opus mixtum) combinava diverse tecniche costruttive, come l'opera reticolata e l'uso dei laterizi. Questa tecnica, tuttavia, si diffuse a Roma solo dopo l'eruzione del 79 d.C., quindi è difficile trovarne esempi a Pompei.

Conclusioni

Le tecniche di costruzione utilizzate a Pompei riflettono l'evoluzione dell'architettura romana nel corso dei secoli. La città, grazie alla sua eccezionale conservazione, offre un'opportunità unica per studiare le diverse tecniche edilizie, i materiali utilizzati e l'ingegno degli antichi costruttori.

FAQ sulle Tecniche di Costruzione a Pompei

1. Quali erano i materiali da costruzione più utilizzati a Pompei?

I Pompeiani usavano una varietà di materiali per costruire le loro case e i loro edifici pubblici. Alcuni dei più comuni includono:

  • Pietra vulcanica: I materiali vulcanici erano abbondanti nella regione intorno al Vesuvio e sono stati ampiamente utilizzati a Pompei.
    • La "cruma di lava", di colore rossastro e porosa, è stata estratta dallo strato superficiale della lava.
    • Il "pappamonte", un tufo granulare nero, è stato utilizzato per le prime mura della città.
  • Calcare: A partire dal IV secolo a.C., il calcare della valle del Sarno è diventato un materiale da costruzione popolare. Era più resistente del pappamonte e veniva utilizzato per realizzare blocchi squadrati disposti in filari regolari ("opera quadrata").
  • Tufo di Nocera: Intorno al 100 a.C., il tufo di Nocera è stato introdotto a Pompei. Aveva una struttura compatta che si prestava bene alla creazione di dettagli ornamentali.
  • Laterizi: Durante l'epoca romana, i laterizi sono diventati sempre più comuni. Erano utilizzati come rivestimento per i muri, per costruire colonne e archi e per realizzare volte.
  • Malta: La malta, un impasto di calce e sabbia vulcanica, era il legante utilizzato nell'opera cementizia e in altre tecniche. Vitruvio la lodava per la sua forza e resistenza.

2. Quali erano le principali tecniche di costruzione utilizzate a Pompei?

  • Opera quadrata: Questa tecnica, utilizzata fin dall'epoca pre-romana, prevedeva la disposizione di blocchi di pietra squadrati in filari regolari.
  • Opera cementizia (Opus Caementicium): Questa tecnica innovativa prevedeva l'uso di una malta a base di calce e sabbia vulcanica (pozzolana) come legante per frammenti di pietra (caementa). Ha permesso la costruzione di strutture più grandi e complesse, come volte e cupole.
  • Opera incerta (Opus Incertum): Caratterizzata da un paramento di pietre irregolari, l'opera incerta era una tecnica più antica e meno costosa dell'opera reticolata.
  • Opera quasi reticolata (Opus Quasi Reticulatum): Evoluzione dell'opera incerta, i frammenti di pietra in questa tecnica erano più regolari e disposti in modo da creare un disegno a reticolo approssimativo.
  • Opera reticolata (Opus Reticulatum): Questa tecnica prevedeva la disposizione di blocchetti di tufo a forma di piramide per creare un reticolo perfetto. Era una tecnica costosa e prestigiosa, utilizzata per gli edifici più importanti.
  • Opera laterizia (Opus Latericium): L'uso dei laterizi come rivestimento per muri e per la costruzione di elementi architettonici è diventato comune durante l'epoca romana.
  • Opera mista (Opus Mixtum): Questa tecnica combinava diverse tecniche, come l'opera reticolata e i laterizi. Era una tecnica relativamente tarda, che si diffuse a Roma dopo l'eruzione del 79 d.C.

3. In che modo i terremoti hanno influenzato le tecniche di costruzione a Pompei?

Pompei è stata colpita da un grave terremoto nel 62 d.C., che ha causato danni significativi agli edifici. I Pompeiani hanno dovuto ricostruire e riparare le loro case e hanno utilizzato diverse tecniche per farlo, tra cui l'uso di laterizi e l'opera mista. Le fonti suggeriscono che non tutte le case furono ricostruite dopo il terremoto e alcune zone centrali della città furono abbandonate.

4. Ci sono esempi specifici di edifici a Pompei che mostrano diverse tecniche di costruzione?

Sì, molti edifici a Pompei mostrano l'uso di diverse tecniche di costruzione. Ad esempio:

  • Le mura della città: Le mura più antiche sono state costruite con il "pappamonte", mentre le successive sono state realizzate in calcare con la tecnica dell'"opera quadrata".
  • L'Anfiteatro: L'anfiteatro è stato costruito con l'opera incerta e l'opera quasi reticolata.
  • La Basilica: La Basilica presenta colonne in mattoni triangolari.
  • Case private: Molte case mostrano l'uso di diverse tecniche, a seconda della loro data di costruzione e dello status sociale dei proprietari. Le case più ricche usavano spesso l'opera reticolata per le loro facciate.

5. Come si confrontavano le tecniche di costruzione di Pompei con quelle di altre città romane?

Le tecniche di costruzione a Pompei erano generalmente in linea con quelle utilizzate in altre città romane. L'uso dell'opera cementizia, dell'opera reticolata e dei laterizi era diffuso in tutto l'impero romano. Tuttavia, a Pompei si possono osservare alcuni dettagli e variazioni specifiche dovuti ai materiali locali disponibili e alle influenze culturali della regione.

6. C'è qualcos'altro che dovrei sapere sulle tecniche di costruzione a Pompei?

Oltre alle tecniche menzionate sopra, a Pompei si possono osservare altri aspetti interessanti dell'edilizia romana:

  • L'uso del legno: Sebbene il legno non si sia conservato bene a Pompei, le fonti suggeriscono che fosse ampiamente utilizzato per tetti, soffitti e altri elementi strutturali.
  • Gli impianti idraulici: I Pompeiani avevano sviluppato sofisticati sistemi idraulici per l'approvvigionamento di acqua alle case, alle fontane pubbliche e alle terme. L'acquedotto augusteo, costruito all'inizio dell'età imperiale, forniva acqua fresca alla città da sorgenti distanti.
  • La decorazione: I Pompeiani decoravano le loro case con affreschi, mosaici e stucchi. Le tecniche e gli stili decorativi variavano nel tempo, riflettendo le mode e le influenze artistiche dell'epoca.

Lo studio delle tecniche di costruzione a Pompei offre una finestra affascinante sulla vita quotidiana, sulla cultura e sulla tecnologia del mondo romano. La città, congelata nel tempo dall'eruzione del Vesuvio, continua ad affascinare e ad insegnare agli archeologi e ai visitatori di oggi.

Bibliografia essenziale:

T. e J. P. Adam, Le tecniche costruttive a Pompei, in Pompei 1748 - 1980. I Tempi della Documentazione, Roma 1981
AA.VV., Pompei, vv. I-II, Napoli 1992
G.Lugli, La tecnica edilizia romana con particolare riguardo a Roma e Lazio, Roma 1957

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