Pompei offre una finestra unica sulla vita e la morte nell'antica Roma. Le sue necropoli, situate fuori dalle mura lungo le principali vie di comunicazione, conservano una varietà di monumenti funerari che riflettono le credenze e le pratiche legate al culto dei morti.

Le Necropoli di Pompei: un patrimonio archeologico inestimabile

Le necropoli di Pompei si estendono lungo le principali arterie che collegavano la città agli altri centri vicini: la Via dei Sepolcri (Porta Ercolano - insediamenti costieri, Neapolis e Cuma), la Via Nucerina (Pompei - Nuceria e, attraverso la Via Popilia, agli altri centri meridionali), la Via Stabiana (Pompei - Stabia) e la via che, partendo ad ovest di Porta Vesuvio, conduceva al Pagus Augusti Felix Suburbanus.

Queste aree funerarie, ricche di monumenti di diverse epoche e tipologie architettoniche, offrono un'immagine vivida delle usanze funerarie romane, dalle più semplici alle più sfarzose. Tombe a schola, tombe a edicola, tombe a recinto e lapidi commemorative testimoniano l'importanza attribuita alla memoria dei defunti e al mantenimento del loro status sociale anche dopo la morte.

I Riti Funebri: dalla conclamatio alla sepoltura

Il rituale funebre a Pompei seguiva un preciso cerimoniale. Dopo la morte, il defunto veniva lavato, profumato e vestito con l'abito più adatto al suo status sociale. Si pronunciava il suo nome per l'ultima volta (conclamatio) e si dava l'ultimo bacio.

Il corteo funebre (pompa) si svolgeva con modalità differenti a seconda del rango sociale del defunto. I funerali pubblici (funus indictivum) di personaggi illustri o benefattori erano annunciati dal banditore e si distinguevano per sfarzo e magnificenza. Norme antiche miravano a contenere le esagerazioni, ma spesso la pompa funebre diventava occasione di ostentazione e di esibizione di ricchezza.

A Pompei, la pratica funeraria prevalente era la cremazione. I poveri venivano cremati sul luogo stesso della sepoltura (bustum), mentre per i più ricchi si allestivano pire elaborate in luoghi appositi (ustrinum). Doni e oggetti appartenuti al defunto venivano bruciati insieme al corpo. Le ceneri venivano raccolte in urne e deposte in tombe monumentali o in semplici sepolture.

La Tomba: proiezione dell'immagine sociale

La tomba, oltre ad ospitare le spoglie del defunto, assumeva una forte valenza simbolica come proiezione dell'immagine sociale del defunto e della sua famiglia. L'architettura, le decorazioni, le iscrizioni e i corredi funerari contribuivano a perpetuare la memoria del defunto e a trasmettere ai posteri informazioni sul suo status, la sua professione e le sue virtù.

Il Culto dei Morti: libagioni e feste commemorative

Il culto dei morti non si esauriva con la sepoltura. Le tombe erano dotate di condotti che permettevano di versare libagioni di vino, olio e miele direttamente sull'urna. Queste offerte rituali, insieme a preghiere e invocazioni, servivano a nutrire il defunto e a mantenere vivo il suo ricordo.

Inoltre, si celebravano feste commemorative (Parentalia e Feralia) in onore dei defunti, durante le quali si visitavano le tombe, si portavano offerte e si svolgevano cerimonie religiose.

L'importanza delle iscrizioni funerarie

Le iscrizioni funerarie, incise sulle pareti dei monumenti o su lapidi, giocavano un ruolo fondamentale nel perpetuare la memoria del defunto. Oltre al nome, spesso riportavano la carriera (cursus honorum), le cariche ricoperte e le opere benefiche compiute in vita. Attraverso le iscrizioni, i defunti continuavano a "parlare" ai vivi, tramandando il loro nome e le loro gesta alle generazioni future.

Le Scholae di Pompei: un unicum nel mondo romano

Tra i monumenti funerari di Pompei, un posto di rilievo spetta alle tombe a schola, un tipo di sepoltura caratteristico della città vesuviana e non attestato in altre aree del mondo romano. Si tratta di monumenti destinati a personaggi di spicco dell'élite cittadina (magistrati, sacerdoti, sacerdotesse) ed eretti a spese pubbliche per decreto decurionale.

La schola è costituita da un sedile semicircolare in tufo, con terminazioni a zampa leonina, alle cui spalle si erge un piccolo recinto, forse un giardino sacrae tutelae. L'iscrizione funeraria è spesso incisa sulla spalliera del sedile. Ad oggi, sono state rinvenute otto tombe a schola nelle necropoli pompeiane, distribuite tra Porta Stabia, Porta Ercolano, Porta Nola e Porta Vesuvio. La loro cronologia si colloca in epoca giulio-claudia, dalla piena età augustea alla metà del I secolo d.C..

Numerius Agrestinus Equitius Pulcher: un personaggio di spicco

Un esempio significativo di personaggio sepolto in una tomba a schola è Numerius Agrestinus Equitius Pulcher, tribuno militare e prefetto dei fabri. La sua tomba, scoperta nel 2024 durante i lavori per la nuova biblioteca del Parco Archeologico di Pompei, conserva un'iscrizione che illustra la sua carriera e il suo status sociale.

Lo stesso personaggio è attestato anche in un'altra iscrizione funeraria nella necropoli di Porta Nocera, a conferma della sua importanza nella società pompeiana.

I Collegia Funeraticia: solidarietà e previdenza

Per far fronte alle spese del funerale e dei riti connessi, soprattutto per i ceti meno abbienti, si diffusero a Pompei i collegia funeraticia, associazioni che garantivano ai propri membri un degno funerale e la celebrazione dei riti in loro onore. Questi collegia, composti prevalentemente da schiavi e liberti, si basavano su un sistema di contributi mensili che permetteva di affrontare le spese funerarie senza gravare sulle famiglie.

Conclusioni

Il culto dei morti e i riti funebri a Pompei riflettono un sistema di credenze complesso e articolato, in cui la memoria dei defunti, il mantenimento del loro status sociale e la cura del loro benessere nell'aldilà rivestivano un ruolo di primaria importanza.

Attraverso l'analisi dei monumenti funerari, delle iscrizioni, dei corredi e delle pratiche rituali, Pompei ci offre una preziosa testimonianza del rapporto tra i vivi e i morti nel mondo romano, un mondo in cui la morte non rappresentava la fine, ma il passaggio ad una nuova forma di esistenza.

FAQ sul culto dei morti e sui riti funebri a Pompei

Dove si trovano le necropoli di Pompei?

Le necropoli di Pompei si trovano fuori dalle mura della città, lungo le principali arterie che collegavano la città agli altri centri vicini. Queste includono:

  • La Via dei Sepolcri, che da Porta Ercolano giungeva agli insediamenti costieri, a Neapolis e a Cuma.
  • La Via Nucerina, che collegava Pompei a Nuceria e, attraverso la Via Popilia, agli altri centri meridionali.
  • La Via Stabiana, che conduceva a Stabia.
  • La via che, dipartendosi ad ovest di Porta Vesuvio, conduceva al Pagus Augusti Felix Suburbanus.

Quali erano i riti funebri a Pompei?

Una serie di rituali erano legati alla morte e alla cura del defunto dopo la sepoltura. I riti funebri a Pompei, come in gran parte del mondo romano, comprendevano una serie di fasi:

  • Conclamatio: dopo aver chiuso gli occhi al defunto e avergli dato l'ultimo bacio, si pronunciava il suo nome ad alta voce.
  • Preparazione del corpo: il corpo veniva lavato, profumato e vestito con l'abito più adatto ad esaltarne lo status sociale, spesso la toga.
  • Pompa funebre: il corteo funebre (pompa) si svolgeva con modalità differenti a seconda del rango sociale del defunto.
  • Cremazione: il corpo veniva cremato su una pira (bustum o ustrinum).
  • Raccolta delle ceneri: le ceneri del defunto venivano raccolte in un'urna e deposte in una tomba.

Quali tipi di tombe erano comuni a Pompei?

A Pompei sono stati rinvenuti diversi tipi di tombe, tra cui:

  • Tombe a schola: tipiche di Pompei, a forma di sedile semicircolare con terminazione a zampa di grifo, alle cui spalle si erge di solito un basamento. Spesso l'iscrizione funeraria è incisa sulla spalliera del sedile. Erano destinate a personaggi di spicco dell'élite cittadina ed erette a spese pubbliche per decreto decurionale.
  • Tombe ad altare: costituite da un alto basamento su cui si erge un'ara con pulvini, decorato di solito da un fregio dorico.
  • Tombe ad edicola: ispirate a modelli ellenistici, caratterizzate da una struttura a tempietto, all'interno del quale sono collocate le statue dei defunti.
  • Tombe a recinto: costituite da un'area scoperta circoscritta da un muro che si apre sulla strada, con una facciata a volte coronata da un timpano e decorata da pitture.
  • Altri tipi: esistevano anche altri tipi di tombe meno comuni a Pompei, come il monumento funerario a tamburo di Veia Barchilla, il sepolcro a dado degli Stronnii e il monumento funerario di Septumia.

Come si svolgeva il culto dei morti a Pompei?

Oltre ai riti funebri, il culto dei morti a Pompei comprendeva:

  • Libagioni funebri: le urne che contenevano le ceneri erano generalmente collegate alla superficie del suolo tramite un condotto che permetteva di versare libagioni di vino, olio e miele direttamente all'interno dell'urna.
  • Feste dei morti: si celebravano feste commemorative (Parentalia e Feralia) in onore dei defunti, durante le quali si visitavano le tombe, si portavano offerte e si svolgevano cerimonie religiose.
  • Collegia funeraticia: per i ceti meno abbienti, esistevano associazioni (collegia funeraticia) che si occupavano delle spese del funerale e dei riti connessi.

Perché le iscrizioni funerarie erano importanti?

Le iscrizioni funerarie erano importanti perché perpetuavano la memoria del defunto e ne rivelavano l'identità. Oltre al nome, spesso riportavano la carriera (cursus honorum), le cariche ricoperte e le opere benefiche compiute in vita.

Cosa ci dice il ritrovamento della tomba di Numerius Agrestinus Equitius Pulcher?

Il ritrovamento della tomba di Numerius Agrestinus Equitius Pulcher, un tribuno militare e prefetto dei fabri, è importante perché fornisce informazioni sul tipo di tombe destinate ai personaggi di spicco di Pompei e sulle loro carriere. La sua tomba a schola è stata scoperta nel 2024 durante i lavori per la nuova biblioteca del Parco Archeologico di Pompei. Lo stesso personaggio è attestato anche in un'altra iscrizione funeraria nella necropoli di Porta Nocera.

Perché l'architettura delle tombe era importante?

La collocazione dei monumenti funerari e la scelta della tipologia architettonica rispondevano a esigenze di ordine ideologico: la tomba svolgeva un ruolo determinante come proiezione dell'immagine dell'individuo verso la collettività e segno tangibile dello status del defunto e della sua famiglia. I monumenti funerari tendevano a disporsi in prossimità di importanti vie, occupando progressivamente prima gli spazi di risulta tra i monumenti più antichi e poi, quando lo spazio in prima fila era esaurito, creando file parallele alla strada.

Bibliografia essenziale:

M. Paoletti, Usi funerari e forme del sepolcro, in Civiltà dei Roamni, Milano 1992

J.M.C. Toynbee, Death and Burial in the Roman World, London 1971

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